Chi se lo ricorda?
Dopo diversi anni rivedo un carissimo amico, lo invito a
cena a casa mia. Ospite graditissimo! Essendo io originario di Isola della
Scala, paese della bassa veronese, noto per la cultura del riso, non potei che
preparargli il risotto con il “tasta sal”. Questo tipo di risotto, per Isola
della Scala, è così importante che, ogni anno, gli viene dedicata una sagra, molto
conosciuta e frequentata. L’origine del risotto con il tasta sal sta nella
cultura contadina, da cui provengo, dove il maiale era una fonte preziosa di
vita e il suo sacrificio diventava un evento sociale. La sera, quando si era
preparato l’impasto per fare il salame, si cuoceva il riso e lo si condiva con
questa carne. Era una festa che coinvolgeva tutti e con l’occasione si
assaggiava se l’impasto era giusto di sale. Da qui il nome di tasta sal.
Fa parte del nostro DNA di isolani preparare questa
specialità, soprattutto in occasioni importanti dove si vuole festeggiare e
socializzare. Quindi risotto fu!
Lascio a voi immaginare il mio stato d’animo, quando di
fronte ad un meraviglioso piatto di risotto fumante con il tasta sal, il mio
prezioso ospite si irrigidì e, scusandosi per non avermelo detto prima, mi
rivelò che nel frattempo era diventato vegetariano.
Quante volte per trattare bene il nostro ospite, facciamo le
cose che piacciono a noi, senza preoccuparci minimamente di capire cosa
piacerebbe a lui?
Ecco, il patentino, ha questa funzione: far conoscere le
caratteristiche del cane, per poterlo trattare come gli piacerebbe essere
trattato.
Di fronte al pericolo dei cani morsicatori, l’Onorevole
Francesca Martini, con tutta la sua passione, ha attivato una rivoluzione. Attraverso
il suo Decreto, si è passati dai cani che mordevano per appartenenza a
determinate razze considerate cattive, alla formazione e responsabilizzazione
del proprietario del cane.
Il patentino, attesta che si sono acquisite le conoscenze
per trattare bene il nostro ospite canino e nel contempo ci consente di
prevenire gran parte delle problematiche determinate dall’aggressività del
nostro cane. Per i proprietari di quei cani che si sono dimostrati aggressivi o
più in generale problematici, vi è l’obbligo di conseguire il patentino.
Sono particolarmente legato all’idea del patentino che
attesti una preparazione per chi possiede un cane e per me, la cultura, la
conoscenza, deve essere per tutti. Quindi gratuita!
C’è chi nel patentino ha visto solo il business e, avendo
una categoria ben organizzata e strutturata, l’ha fatta da padrona. Parlo della
FNOVI (Federazione Nazionale Ordini Veterinari Italiani) che nell’occasione si
è mossa da esperta lobbista, attivandosi per far approvare decreti attuativi,
leggi regionali, regolamenti Comunali che portassero di fatto sotto il suo
monopolio l’intero processo del patentino, impadronendosi del potenziale
business. Non voglio fare di ogni erba un fascio. Quando parlo di una
categoria, non intendo tutti gli appartenenti a quella categoria, ma mi
riferisco alle strutture organizzative che hanno preso precise posizioni in
materia.
Questa è una visione miope del business. Il mercato
sfruttato selvaggiamente, cercandone il monopolio, lascia solo il deserto. Invece,
fare sistema, coinvolgendo e valorizzando tutte le figure professionali coinvolte,
stimola ed amplifica il mercato, migliorando anche la vita, per i cani i loro
proprietari e per la società intera.
In tutto questo, la figura dell’istruttore cinofilo, che da
sempre, è sul campo in prima linea, nell’educazione dei cani, nella formazione
dei proprietari e nel recupero dei cani problematici, è stata tagliata fuori.
Va detto che, noi istruttori cinofili, abbiamo lasciato
campo aperto alle iniziative lobbistiche della FNOVI, troppo presi a
combatterci tra noi nelle nostre guerre sante sul collare a strozzo piuttosto
che sulla pettorina, sul metodo gentile piuttosto che sul metodo naturale … Proprio
come i capponi di Renzo che, mentre stavano finendo in pentola, continuavano a
beccarsi tra loro, così siamo noi, divisi in tutto! Rispetto ai veterinari,
siamo passati per incompetenti, noi, che esistiamo da miglia di anni prima di
loro. Veterinari, che in quanto tali, non hanno certamente le nostre competenze
riguardo il comportamento. Fatto sta, che solo i veterinari possono rilasciare
il patentino.
ISTRUTTORI CINOFILI DI TUTTE LE RELIGIONI UNITEVI!!!!
Mettere insieme questa categoria così frantumata è
possibile?
Sarà certamente uno dei prossimi argomenti che vorrei
trattare.
Domanda
Come mai non è possibile rilasciare il patentino a persone
che con il loro cane frequentano per mesi i campi cinofili di lavoro e/o
educazione, mentre lo si rilascia a proprietari, di cani anche problematici,
che hanno frequentato 4 o 5 lezioni?
Semplicemente perché in questo paese si è bravissimi ad
ingarbugliare tutto pur di avvantaggiare qualche furbetto.
Come è adesso lo stato dell’arte sul patentino?
Sono poco obiettivo se lo definisco un disastro?
- I veterinari stabiliscono quali sono i cani problematici che obbligano i proprietari ad acquisire il patentino.
- I veterinari in dieci ore di corso generico, profumatamente pagato, certificano che i cani problematici non sono più tali. Anche se tali (ovviamente) restano!
- I proprietari dei cani giudicati problematici, si sentono presi in giro, devono pagare il balzello ai veterinari per essere a posto formalmente e poi devono rivolgersi a noi istruttori, pagando ulteriori soldi, per risolvere d’avvero il problema.
- Vi è un incentivo all’abbandono di cani. Si pensi a tutte quelle persone che non arrivano alla fine del mese e che si ritrovano con un cane giudicato problematico. Cosa pensate che facciano?
- Tutto il settore ha perso di credibilità. Il pensiero comune si rifà all’essere italiani e come tali non riusciamo mai ad avere un’ottica sull’interesse generale ma solo sugli interessi di categoria o personali.
- Non si parla più del patentino acquisito volontariamente. Così, non si sono create le condizioni per migliorare la convivenza con i cani e prevenirne la loro aggressività .
- I veterinari stabiliscono quali sono i cani problematici che obbligano i proprietari ad acquisire il patentino.
- I veterinari in dieci ore di corso generico, profumatamente pagato, certificano che i cani problematici non sono più tali. Anche se tali (ovviamente) restano!
- I proprietari dei cani giudicati problematici, si sentono presi in giro, devono pagare il balzello ai veterinari per essere a posto formalmente e poi devono rivolgersi a noi istruttori, pagando ulteriori soldi, per risolvere d’avvero il problema.
- Vi è un incentivo all’abbandono di cani. Si pensi a tutte quelle persone che non arrivano alla fine del mese e che si ritrovano con un cane giudicato problematico. Cosa pensate che facciano?
- Tutto il settore ha perso di credibilità. Il pensiero comune si rifà all’essere italiani e come tali non riusciamo mai ad avere un’ottica sull’interesse generale ma solo sugli interessi di categoria o personali.
- Non si parla più del patentino acquisito volontariamente. Così, non si sono create le condizioni per migliorare la convivenza con i cani e prevenirne la loro aggressività .
Alla luce di tutto questo,
che fine ha fatto il patentino?

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